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Raccogliere Cynips quercusfolii


Le belle giornate invernali di sole sono i momenti migliori per raccogliere le galle di quercia.
Le foglie cadute cominciano a decomporsi e le galle che sono invece molto più resistenti spiccano con la loro forma a sfera e per il loro colore, come nel caso di Cynips quercusfolii, di un giallo vivo.

Cynips quercusfolii
Inoltre raccogliere le galle al suolo è molto più pratico che raccoglierle sui rami che si trovano spesso, trattandosi di grandi querce, ad altezze inaccessibili.
Le galle nascono dall'interazione fra quercia ed un insetto ed ogni tipo di insetto genera una forma di galla differente, da quelle grandi quasi come una pallina da ping pong a quelle piccole come nella foto. In comune hanno un alto contenuto di tannino, fino al 65 %, maggiore che sulla corteccia della pianta. In passato i bambini vi facevano collane ed alcune varietà erano utilizzate per produrre inchiostro e per la concia delle pelli, l'odore caratteristico del cuoio deve in parte la sua particolarità al tannino delle galle. Attualmente vi sono ricerche sulle galle di quercia come antitumorale, ma le loro proprietà curative erano conosciute fin dai tempi di Ippocrate. Le galle della qurcia, come d'altronde la corteccia e le ghiande, sono astringenti di prim'ordine, ogni volta che è necessario moderare delle secrezioni, stringere tessuti rilasciati, prevenire o frenare lesioni interne o esterne. Io le uso come componente in un preparato utilizzato principalmente per uso esterno: per gengive sanguinanti, nelle afte, nelle emorroidi, nelle leucorree , come sfiammante dei genitali ed in alcuni tipi di dermatiti. E non ultimo è il suo gradevole odore.
Preferisco cercare le galle di querce secolari perché credo che, in una produzione casalinga e di qualità, siano le piccole cose come queste che fanno differenza. Per ottenere mezzo litro di prodotto finale, che poi si usa a gocce, bastano un'unica galla della varietà più grande come Cynips Kollari o una decina della varieta più piccola come Cynips quercusfolii, un rametto di quercia, una ghianda e pochi altri ingredienti... per un preparato che da un anno è usato da familiari ed amici! Quelle della foto, le ho raccolte per farvele vedere questa mattina mentre mi allenavo sotto la grande quercia di Piandispino. La natura è generosa.
Dante Basili
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IL CIBO COME CURA


six.tastes


Molti conoscono l'associazione 'cibo-sapore ed organo interno' della medicina tradizionale cinese: milza/pancreas-dolce, polmone-piccante, rene-salato, fegato-acido, cuore-amaro. Quando però si entra nell'aspetto pratico spesso vi è molta confusione: il sapore dolce aiuta o danneggia la milza? Nei problemi respiratori devo o non devo mangiare piccante? Per sostenere la funzione renale devo escludere il sale o mangiare salato? Poiché un esempio pratico vale più di tanta teoria prendo come riferimento il caso di un amico, in cura per un'ernia inguinale da un medico agopuntore, che mi ha chiesto consigli su quale alimentazione seguire: "tutti i nemici dei miei nemici sono miei amici" dice un proverbio cinese ed è ottimo coadiuvare un trattamento di agopuntura con una dieta consapevole! In questo caso la diagnosi dal punto di vista della medicina tradizionale è 'vuoto di Qi e di Yang di milza' che è all'origine di vari disturbi, fra i quali quelli più visibili sono l'ernia inguinale ed una diffusa stanchezza. Di seguito una parte della lettera che ho scritto per fare maggior chiarezza in questo importante aspetto della dietetica cinese.
... Lo yang e lo yin ben "allacciati" permettono l'armonia del corpo. In particolare il tessuto connettivo ed in visceri sono sostenuti dalla funzione della Milza (che in occidente sembra quasi un organo inutile, da poco, e che si esporta facilmente) ora, come possiamo con l'alimentazione influenzare la funzione della milza? La milza si nutre del dolce, ma il dolce la può sia nutrire che danneggiare: è una questione di quantità e qualità. Se non si mangia nulla di dolce ( qui non si parla di pasticcini, anche il riso è considerato dolce) non si nutre lo yin della milza (l'organo materiale) e si è in vuoto di energia, come nella malnutrizione in caso di guerra o calamità. Se ci si nutre regolarmente di 'sano' dolce la milza, come un vaso, prima si riempie, yin, e poi, raggiunta una certa soglia, comincia ad espletare le sue funzioni, yang, di distribuzione dell'energia, di sostegno al tessuto connettivo ecc. Questa è la normalità e l'armonia di una funzione corporea, ma se si eccede nel 'dolce' (lo zucchero bianco in questo senso si può considerare un alimento tossico) accade che l'organo essendo già pieno, sia di yin che di yang, si blocca, si ingolfa, e paradossalmente pur essendo pieno di energia non riesce più ad espletare bene le sue funzioni. Volendo fare una analogia meccanica: troppa benzina nel carburatore ingolfa l'auto. Questa è una condizione molto comune, di vuoto di Qi di milza, in cui subentrano patologie relativamente gravi, come disturbi al metabolismo, stanchezza cronica, prolassamento dei tessuti e la loro non tenuta in sede, come nelle ernie ecc. se lo squilibrio continua nel tempo si può arrivare ad un vero e proprio sgretolamento o Vuoto della funzione organica, come nel caso di malattie croniche gravi come il diabete. Una persona che si trova nella condizione di aver a lungo abusato di un cibo-sapore è necessario che lo elimini o riduca drasticamente dalla dieta per poi, una volta disintossicato e messo a riposo la funzione, ricominciare a reinserire il cibo-sapore in maniera armoniosa...non è una questione di alimento giusto o sbagliato, ma di equilibri. Si hanno in ultima analisi cinque condizioni energetiche: un'assenza di alimentazione che non nutre l'organo-funzione (come nell'inedia), un'alimentazione appena sufficiente a garantire la vitalità di un organo, aspetto Yin, una alimentazione equilibrata che oltre alla vitalità di un organo ne permette anche le sue funzioni, aspetto Yang, una alimentazione eccessiva che pur portando un grande apporto energetico blocca, per eccesso, le funzioni dell'organo ed infine una condizione di eccesso così a lungo protratta nel tempo che rende l'organo Vuoto, una condizione molto simile all'assenza di alimentazione da cui si è partiti, come un serpente che si morde la coda. Fra queste cinque condizioni energetiche, la terza, che si trova nel centro e che corrisponde all'armoniosa distribuzione sia dello Yin che dello Yang e quella a cui tendere per mantenere lo stato di salute. Per concludere: è necessaria una diagnosi energetica dal punto di vista della medicina tradizionale cinese e solo allora, equilibrando il pieno od il vuoto di un organo-funzione, è possibile agire in maniera consapevole con l'alimentazione. Nella dietetica come in tutti gli aspetti della medicina cinese l'approccio terapeutico è molto simile all'accordatura di uno strumento musicale: non sarà una corda troppo tirata o poco tirata a far suonar bene lo strumento, ma solo la corda con la sua giusta intonazione.

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Lo stato della Conoscenza


Caenorhabditis Elegans

La conoscenza della realtà e dei fenomeni naturali attraverso il metodo scientifico è qualcosa di affascinante, che può essere vissuto da un ricercatore allo stesso modo in cui un bambino guarda con stupore il mondo: la scienza è oggi, più che mai, la "favola più bella." Questo almeno per molti ricercatori che essendo veramente addentro all' argomento studiato percepiscono la grandezza di "quanto non si conosce" e vivono questa ignoranza come stimolo e come meraviglia. Abbiamo sequenziato il genoma umano, ma ne conosciamo in maniera approssimata la funzione di solo il 10 per cento, affermare (come fanno alcuni) che il restante 90 per cento non serve a nulla è un concetto molto improbabile in biologia. Caernorhabditis Elegans è un vermetto molto grazioso e comune per chi si occupa di microscopia dilettante, il suo primitivo sistema nervoso ha un totale di 7000 connessioni e ci sono voluti oltre 10 anni di lavoro per mapparle tutte: il Connettoma Umano (la totalità delle connessioni tra i neuroni di un sistema nervoso) è di cento miliardi di volte più grande ed il neuroscienziato Sebastian Seung del MIT, che si occupa di questo con passione, auspica che arriveremo a completarlo non prima della fine del secolo.
Come diceva il mio prof di laboratorio, quando ero ragazzo: "la conoscenza è come viaggiare in auto di notte, in un territorio sconosciuto: fai luce lì davanti ed un poco sui bordi, ma tutto intorno a te c'è il buio". E lui non era un pessimista, era un appassionato!
Dante Basili

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