SCUOLA TIANDIHE

Arti Marziali, Musica e Meditazione

Bisogno ed Arti Marziali

DANTE ZHOU SIBIN

(Copia di un intervento fatto su di un social)

Dopo alcuni interventi sia pubblici e sopratutto dai messaggi privati ho capito di non essere capito Happy
Cercherò di esprimermi meglio.
Non affermo che praticare le nostre arti per la difesa personale sia sbagliato. Uno dei motivi per cui io stesso, dopo tanti anni, continuo a praticarle è proprio questo. E mi diverto.
Intendo invece che le problematiche interiori, sopratutto quando non sono riconosciute, possono essere di ostacolo per apprezzare effettivamente questo dono, questa bellezza, che sono le arti marziali. Chi vuol farsi fare delle scarpe, ma non sa veramente come le vuole, troverà sempre ciabattini incompetenti, anche se sono i migliori ciabattini.
E questo è frustrante sia per chi vuole imparare sia per chi cerca di insegnare.
Un ladro pensa che tutti siano ladri, così una persona insicura pensa che tutti siano insicuri ecc. come dicevo facciamo della nostra maturità emotiva la misura della “verità” e, a quel punto sentiamo il bisogno di gridare la nostra opinione. Perché più la verità è condivisa più sembra diventare vera.
Ma quando abbiamo una tazza così piena di roba e poi difficile riempirla con il nuovo che potremmo incontrare.
Un esempio. Guardate la foto di questo intervento. Sono con il M° Zhou Sibin anni fa. La foto è stata scattata dopo ore di allenamento. Io sono (ero) un giovane, il maestro è un anziano, ma ha sudato con noi, senza risparmiarsi. Guardate l’asimmetria del mio viso, tipica nel mio caso del dopo sforzo: un occhio marcatamente più grande, una forte inclinazione del viso. Da questa foto un’amica esperta di “lavoro interno” ha capito che ho problemi di udito sul lato DX senza che io gli dicessi niente… a tanto può arrivare l’indagine energetica della medicina cinese! Il M° Zhou invece ha una simmetria perfetta, un’equilibrio tale, che la stessa amica mi chiese “ E questo nonnino Zen chi è?”.
La prima tecnica (letteralmente) che il M°Zhou ci insegnò fu quella di uccidere una persona senza che emettesse suoni. Faceva parte del suo repertorio che come esperto di arti marziali aveva utilizzato nelle truppe di Mao durante la lunga guerra civile. Gli mancava il dito indice perché in un combattimento “sportif” (sportivo, cioè senza l’intento di uccidere) un allievo di “Farfalla di Ferro” glielo strappò allo scopo di renderlo inabile a combattere con il maestro. Ma Zhou arrivò lo stesso a combattere con Farfalla di Ferro e secondo la versione cinese vinse. Secondo la versione di taiwan pareggiarono Happy
Un uomo così sembra un’Ira di Dio ed invece era una delle persone più calme, amabili e armoniose che abbia mai conosciuto. Mi affezionai a lui, non solo perché allora mi interessavano tanto le cose truculente che insegnava, ma perché la sua armonia era una cura anche per me. Il M° Zhou era passato attraverso la sofferenza e l’aggressività senza esserne avvelenato!
Dove voglio arrivare con queste parole?
Ognuno ha i suoi problemi, io ho quelli di un insegnante. Questo non riconoscimento dei propri veri intenti genera molti problemi nell’insegnamento.
Faccio alcuni esempi vissuti. Ho avuto diversi allievi con problemi sociali e di aggressività: alcuni ho dovuto cacciarli via dalla scuola, altri sono riuscito ad aiutarli, altri ancora sono diventati un esempio anche per me, dei veri “cavalieri” dei tempi antichi. Hanno fatto diventare le loro problematiche delle virtù (nobiltàWinking. Ringrazio loro e lo Shoubo per avermi dato il terreno e e la possibilità di realizzare tutto ciò! Lo Shoubo non è uno sport appena inventato, per noi sono decenni di lavoro, di studio e di Sogno! Poi vi sono gli allievi che trovano solo ciabattini incompetenti. Se non vanno via a cercare qualche altro ciabattino e riescono a riconoscere le loro vere motivazioni seguo una particolare, e semplice procedura: per un anno li faccio esercitare in pochi colpi in base allo stile da loro scelto, cercando la perfezione e l’efficacia estrema. Quindi, in condizioni di relativa sicurezza, giù botte da orbi! Non è una cosa grezza, ma è sopperire a qualcosa che è mancato, spesso nell’infanzia o nell’adolescenza. Gli effetti sono sorprendenti: alcuni stanno benissimo e smettono subito di fare arti marziali! Altri si appassionano e non gli basta certo quello che gli propongo, cerco di dirottarli sullo Shoubo, solo perchè è più “cinese” degli altri sport da combattimento, ma se non funziona andranno a fare una delle tante pratiche che ci sono. Infine ci sono quelli che capiscono, mi guardano negli occhi e dicono “Ok adesso andiamo avanti”.
Per fortuna la maggioranza delle persone con cui pratico non sono così bisognose. Le loro problematiche di insicurezza rimangono nella norma e possono fin da subito apprezzare le arti marziali tradizionali per quello che sono. Anche per il loro “nutrimento” estetico. Sono le persone con cui da tanti anni passo il mio tempo a perfezionare una Daolu, a studiare un’arma, sviluppare un principio senza bisogno di dimostrare niente se non nel divertimento reciproco e nel test della pratica in coppia.
Però purtroppo le persone bisognose sono anche quelle che fanno più rumore.
Ed è per questo rumore che ho scritto questa lettera sperando che non serva solo per loro Happy

Dante Basili
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