SCUOLA TIANDIHE

Arti Marziali, Musica e Meditazione

UNA UMANITÀ PIÙ UMANA



Un vecchio maestro ci parla delle arti marziali cinesi.

“Oggi si pensa solo a vincere, ma non a come si vince. C’è bisogno di una umanità più umana.”
Yuan Zumou

Zumou 2

Con queste parole il maestro Zumou si riferisce al fatto che nelle arti marziali cinesi non conta solo la vittoria, ma anche come la si ottiene, con dignità, bellezza, ed il minimo del danno. Questo fa parte della filosofia e dell’estetica marziale che tanto apprezzano i praticanti di queste arti ed è importante che non siano solo finzione cinematografica, ma realtà ed obiettivo della pratica quotidiana: bellezza ed efficacia insieme! Il perché di questo sta nelle profonde radici storiche e culturali del popolo cinese. Per questo molti vecchi maestri, come lui, si sentirono traditi quando nel 1982 ufficialmente si istituì un combattimento con regole ed atteggiamenti presi dalla cultura occidentale o da altri sport da combattimento orientali, ma che non rispecchiavano i valori di questo popolo. Non è una critica all’occidente, il Maestro Zumou ammira la cultura occidentale (è proprio grazie a lui che mi sono studiato tutte le battaglie di Giulio Cesare) ma è importante far notare che i concetti di Yin-yang, uso della cedevolezza e dall’abilità piuttosto che della forza bruta, il saper cambiare senza rimanere statici, non sono solo concetti filosofici, ma anche metodiche di allenamento da applicare al combattimento.
Questo implica molte cose pratiche: il concetto di saper cambiare senza rimanere statici esclude ad esempio la lotta a terra. La staticità della lotta a terra, efficacissima in un duello, era praticamente inutile negli antichi campi di battaglia dove la mobilità della “squadra” aveva sempre la meglio sulla staticità dei singoli. Due serpenti possono stare avvinghiati in duello per ore ma sono facilmente controllabili dall’esterno. Inoltre, la cosa per il Maestro più importante: il continuare il combattimento, anche quando si è atterrato, stimola l’aggressività, la brutalità e l’infierire sull’avversario.
L’esempio portato non è una critica ad un tipo di combattimento, Zumou è un grande esperto anche di lotta a terra, come sanno i suoi vecchi allievi, ma un chiarire che nelle arti marziali cinesi vi sono precisi riferimenti storici, culturali ed estetici, che ne spiegano le differenze (e la bellezza) in confronto ad altre arti comunque efficaci.
Infine la frase “C’è bisogno di una umanità più umana” ne riassume un’altra cara al maestro: “Bisogna lasciare questo mondo migliore di come lo abbiamo trovato”. Questo mondo è già pieno di brutalità e violenza, più che accettare passivamente uno stato delle cose, dandolo per scontato, è importante lavorare per migliorare la condizione umana. Sono le stesse parole di B. Powell, il fondatore dello scoutismo, ma quando lo abbiamo fatto notare a Zumou egli ha affermato che non aveva la minima idea di chi fosse B.Powell, semplicemente questi sono i valori profondi della cultura cinese: del confucianesimo, del buddhismo e del taoismo.
Alle stesse importanti conclusioni si può giungere per strade, apparentemente, molto lontane.

Dante Basili
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