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Ceratium hirundinella


Ceratium hirundinella 200x 02

Ceratium hirundinella è un microrganismo acquatico che deve il nome al suo nuoto sinuoso ed aggraziato, come il volo di una rondine, una vera e propria armonia per gli occhi.
E’ un organismo unicellulare, cioè composto di una sola cellula ed è invisibile ad occhio nudo.
La struttura solida esterna di cellulosa è corazzata con tre o quattro corni, di cui quello apicale molto allungato, come gli altri Dinoflagelalti ha un solco centrale dove vibra il flagello più corto, il secondo flagello, molto lungo (a destra in basso appena percettibile nella foto) fuoriesce invece dalla corazza ed è quello che gli permette il nuoto.
Ceratium hirundinella è sia vegetale che animale: ha dei cromatofori giallo marroni che gli permettono la fotosintesi, cioè di ottenere energia direttamente dalla luce e può anche predare altri organismi emettendo propaggini di plasma che fuoriescono dai pori delle placche che compongono la corazza. Con uno pseudopodo, come quello di un’ameba, può inglobare grossi oggetti attraverso il solco centrale.
Non solo può cogliere il meglio dei due regni, quello vegetale e quello animale, ma può anche scegliere se replicarsi per via sessuale o per semplice divisione cellulare, asessuata.
Grande versatilità ed adattabilità di una sola cellula, di un organismo che esiste su questa Terra molto prima della comparsa dell’uomo.
L’esemplare della foto l’ho trovato in un laghetto vicino alla mia abitazione, ai piedi di un vecchio bosco, un laghetto pieno di diversità biologica, sia macroscopica, dai rettili agli anfibi alle libellule e, naturalmente, ricco anche di diversità microscopica.
La salute di un ecosistema si misura con questa “diversità”: più sono presenti solo poche specie, magari invasive, più l’ecosistema è malato e prossimo al collasso.
Un principio che sarebbe da applicare non solo in biologia.



Dante Basili
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Nostoc e Procedura Alchemica


Nostoc

Flos Coeli, oggi chiamata Nostoc.
"... si faceva con il Flos Coeli un eccellente rimedio per guarire molte malattie. Bisogna aver cura di raccoglierlo senza alcun metallo, ma solo con legno o vetro."
G. Pernety (monaco benedettino) - Dizionario Mito Ermetico

Nostoc colonie sferiche
Colonie sferiche di Nostoc al microscopio ottico

Nostoc utilizzata direttamente come alimento, come si fa in oriente, è ricca di oligoelementi al pari di molte altre alghe. Ma dal punto di vista alchemico la procedura con Nostoc permette di accedere, sulla Terra, all'energia delle Stelle e della Luna, escludendo la preponderanza del Sole. Questo permetterebbe di usarla come rimedio in tutti i disturbi delle regole femminili, legati alla Luna, ma anche e soprattutto come accesso spirituale ad una energia "celeste"che libera e affranca del Piombo del quotidiano. Nella procedura alchemica Nostoc permette di oltreppassare la barriera dei "cani ringhianti" per accedere direttamente al cosmo e portare sulla terra energie extra solari. Vi può essere una spegazione "moderna": Nostoc è un cianobatterio che come organismo primordiale si è sviluppato in profondità delle acque, quando a causa dei raggi ultravioletti la superficie terrestre era completamente sterile. E' quindi un organismo molto abile ad assorbire e ottimizzare pochissima luce. Quando nella procedura alchemica si raccoglie solo il nostoc che si è replicato nella notte e prima dell'alba, gli si impedisce di fatto di innescare la sintesi clofilliana con il Sole. Ma Nostoc dal momento della sua formazione notturna al momento della raccolta ha conosciuto una luce: quella della Luna e delle stelle! Questa informazione intrappolata in un organismo così sensibile viene poi moltiplicata nei giorni in cui Nostoc viene tenuta in acqua, ma ermeticamente chiusa ed al buio completo. Quando la si può finalmente utilizzare non è più verde, ma è diventata viola: dal punto di vista moderno perchè così facendo si è inibita la produzione di clorifilla "a" favorendo altri pigmenti, dal punto di vista antico perchè si è utilizzato questo organismo per selezionare e replicare energia celeste. La differenza la fa la procedura, e non solo in alchimia.

Luna, archetipo, alchimia

Dante Basili
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