SCUOLA TIANDIHE

Arti Marziali, Musica e Meditazione

aggressività

Il Male, i Leucociti e gli 007


Granulocita Neutrofilo 500x
fig 1 Granulociti Neutrofili 500x

Durante un seminario di “disegno con la parte destra del cervello” è sorto spontaneamente un dibattito sulla natura umana: il Male, la persona “cattiva” esiste? Ed in caso affermativo può essa cambiare in meglio ed è lecito aiutarla in questo cambiamento?
Fra i due schieramenti uno sosteneva la tesi che la natura umana è essenzialmente buona, che una persona non condizionata negativamente può esprimere la sua vera natura di pace e armonia, come ad esempio suggerisce il Taoismo e che, quando ciò non accada comunque può essere aiutata, indirizzata verso la strada giusta, come afferma il Confucianesimo. Inoltre anche una persona “cattiva” (dal latino captivus, prigioniero, schiavo) cioè soggiogata dal male ha comunque la possibilità di giungere all’illuminazione o alla salvezza come ricorda il Buddhismo ed il Cristianesimo.
Sul versante opposto c’era chi invece sosteneva la tesi che “il cattivo seme” esiste, che una persona può nascere già con tendenze distruttive e d inclini alla morte e che persone di questo tipo non possono essere aiutate o meglio, non è giusto (lecito) nei loro confronti che venga fatto il tentativo di cambiare la loro natura. Al massimo come si è cercato di fare con personaggi come Adolf Hitler, si può cercare di eliminarle fisicamente, a beneficio della collettività.
Quest’ultima tesi, anche se a prima vista non politicamente corretta ha in realtà il sostegno di culture tradizionali che pongono l’accento su “non giudizio” e “non attaccamento” atteggiamenti questi importanti anche nel disegno e nella espressione artistica, che era l’argomento del nostro incontro. Inoltre in tempi recenti anche psicologi e filosofi, come J. Hillman fa nel suo famoso “codice dell’anima”, ben spiegano l’esistenza e la necessità del cattivo seme.
Fra questi due schieramenti contrapposti da forti radici filosofiche, etiche e religiose, si è potuti arrivare ad un incontro, una sintesi, grazie all’aiuto inaspettato della scienza.

G.Eosinofilo 500x
fig 2 Granulocita Eosinofilo 500x

Il nostro corpo è mantenuto in vita da veri e propri kamikaze, killer ed agenti segreti.
Il sistema immunitario utilizza cinque tipi di leucociti, i così detti globuli bianchi, per difendere l’organismo dalle aggressioni. Fra questi i granulociti neutrofili (fig1) sono i più diffusi, se ne contano fino a 4000 in un millimetro cubo di sangue e sono quelli che corrono nei pressi di una ferita, anche piccolissima, a fagocitare batteri. Hanno solo un piccolo problema: non sono capaci di rinnovare i lisosomi utilizzati per digerire i microbi e muoiono dopo averne fagocitati alcuni, dei veri e propri Kamikaze!
Gli eosinofili invece (fig2) sono molto meno numerosi, solo 280 per millimetro di sangue, ma non sono così delicati: aggrediscono i parassiti e fagocitano il complesso antigene-anticorpo, dei killer altamente efficienti.

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fig 3 Monocita 200x

Poi ci sono gli incredibili monociti (fig3 in alto a sx 200x) i globuli bianchi più grossi. Raggiungono la maturità nel midollo osseo e poi vengono immessi nella circolazione sanguigna nella quale rimangono inattivi, come in un viaggio in incognito che dura dalle 24 alle 36 ore. Dal sangue passano poi nel tessuto connettivo, loro vero punto di arrivo, attivandosi come macrofagi e muovendosi fra i tessuti. Producono speciali sostanze difensive come il lisosima e l’interferone e non solo fagocitano a man bassa i nemici, ma espongono sulla loro membrana cellulare le molecole dei corpi digeriti e le presentano a leucociti specializzati, come i linfociti A e B, in modo che possano attaccare a colpo sicuro. I monociti sembrano proprio agenti speciali: efficientissimi 007.
La simpatica analogia dei globuli bianchi, una evidenza biologica, ha favorito l’incontro fra le due fazioni che contendevano l’esistenza o l’illusione del “cattivo seme”: in ogni caso persone inclini o che si ritrovano in una condizione di distruttività e tendenza alla morte esistono. La cosa migliore è che siano, così come sono, utili alla difesa dell’organismo-collettività. La loro natura, che sia intrinseca o possibile di cambiamento, assume fin da subito una grande dignità: molto meglio che stiano a lungo sulla Grande Muraglia, stimati e ben retribuiti, a proteggere il paese dalle invasioni, piuttosto che a casa a fare dei danni.
Attenzione però che queste personalità rimangano nei confini della difesa: un colpo di stato militare sarebbe l’equivalente di un cancro del sangue o di una malattia autoimmune nella quale i globuli bianchi, invece di aggredire i nemici, attaccano lo so stesso organismo che li ha generati.

Dante Basili
5-04-2015

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Aggressività e Brutalità

ZUMOU

Questa mattina il M° Zumou ci ha parlato dell'aggressività e della brutalità e di come questi due concetti, ben distinti nella tradizione cinese, siano spesso visti come una cosa unica dai suoi allievi occidentali. Questa volta forse abbiamo capito un po' meglio: per aggressività il maestro intende la volontà di distruzione, il desiderio di fare del male, noi la chiameremmo "premeditazione", per brutalità invece intende la reazione istintiva dell'animale che è in noi, che agisce senza ragionare e che è vista come qualcosa di naturale. Ora, secondo il maestro, un buon praticante di Arti Marziali "ferma" l'aggressività (come dice l'etimologia del carattere Wu
una mano che ferma una alabarda, non che la usa) mentre invece "maestreggia" la brutalità (non abbiamo trovato nessuna altra traduzione perché "controlla" "dirige" o "imbriglia" non vanno bene).
Per maestreggia il maestro intende dire che lo scopo della pratica delle arti marziali è rendere il più nobile possibile questo aspetto animale, ad esempio istintivizzando tecniche che preservano la vita o, nella pratica sportiva, avere sempre a cuore l'incolumità dell'avversario.
O almeno questo è quello che ho capito io.
Domani mi faccio scrivere dal Maestro il caratteri "aggressività" e "brutalità" in cinese che forse dall'etimologia possiamo capirci qualcosa in più.
Dante
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