
Perché Etiopia con una guida italiana.
Si potrebbe fare una ricerca in internet o prendere le solite guide per iniziare a informarmarsi sull’Etiopia ma la nostra iedea è chiedere a chi ci è già stato. Anche le foto hanno difficoltà a descrivere un’atmosfera creata in una celebrazione al sud, l’entrata di una chiesa in’aspettata con gli occhi che si devono adattare alla penombra e all’inverosimile storia scritta nelle parete con pitture e sculture, all’improvvisa luce del vulcano dopo una faticosa camminata nella serata o all’arcobaleno che puoi vedere nel terreno simile ai colori del pittore caduti dal tavolo. Lo sguardo di un Surma non ancora abituato ai turisti, non abituato ai vestiti e alle scarpe e curioso quanto te di scoprire chi ha davanti, curioso di toccare e annusare chi lo sta fotografando, chiedersi perché siamo pelosi e vestiti e il perché ci portiamo dietro così tanti oggetti, perché ci si stanca a camminare e il perché abbiamo bisogno di bere così tanto. Occhi capaci di rimanerti dentro in un ricordo che non si può descrivere, un ricordo che si imprime dentro di noi solo se ci si addentra nel loro mondo, nel loro essere e vivere.
Questo è il compito della guida, non solo spiegare ma fare si che il muro che ci divide possa avere una porta, possa, anche solo per un secondo, farvi oltrepassare la distanza millenaria e farvi capire o almeno provarci il come si possa vivere in un niente apparente. Un niente che solo dopo diventa pieno, pieno di affascinanti pomeriggi passati con gesti e giochi, canti e momenti dedicati alla cura del corpo con dipinti o incisioni, levigare oggetti o semplici armi da caccia.
In generale un popolo rispettoso e cordiale, un popolo che non ha il “no” ( considerato molto scortese ) ma il perché non si può fare, con parole onomatopeiche con grossa capacità di descrivere avvenimenti e con popoli all’interno di un popolo. Visi che cambiano dal nord al sud, colori usanze e linguaggi ( 82 lingue completamente differenti ) con danze e paesaggi
Tre ragioni per venire in Etiopia.



Carovane di cammelli caricati di sale risalgono un fiume antichissimo, un fiume chiamato col nome della misteriosa regina “Saba”, persone capaci li guidano creando accampamenti riparati dal sole nelle insenature del profondo canyon, tutto diventa mistico e sembra che solo i loro ricurvi coltelli facciano da legge. La notte diventa giorno, momento comodo per muoversi, fresco e colorato dalle migliaia di stelle nel cielo, unico momento per salire un vulcano e ammirare il ribollire di lava a poca distanza, odorare e contemplare la pioggia di terra rovente muoversi intorno a voi, momento di silenzio e di riflessione, momento per comprendere la potenza della amata terra che ci fa ancora da mamma.
Sicuramente una terra mamma, mamma di Lucy e mamma di tantissimi bambini, volti stupendi della indimenticabile Etiopia.
Per Info Stefano Tabanelli: stefano.taba8@yahoo.com