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L'ARIA, LA VIGNA ED I VIGNAIUOLI


Striatella 600x
diatomea Striatella - Cervia - acque salmastre

Vivono in una teca di cristallo, meravigliosamente costruita da loro stesse, che permette il passaggio della luce, di cui si nutrono. Come tutte le piante producono ossigeno, ma sono così tante negli oceani che il 40% dell'ossigeno di tutta l'atmosfera è prodotto da loro! Le diatomee, le alghe microscopiche di cui stiamo parlando, sono invisibili ad occhio nudo e la maggior parte delle persone, assorbite dalle loro attività quotidiane, neppure sa della loro esistenza. Anche le foreste pluviali producono ossigeno, i polmoni del pianeta, ma sono piante macroscopiche e si vedono bene ed infatti interessano ad un sacco di gente: soprattutto per la qualità del legname o per farne vaste aree coltivate a monocoltura.
I grandi numeri, per chi non è matematico, sono noiose entità astratte, ma è facile percepire la lunghezza di 6 km: è una distanza che possiamo agevolmente percorrere a piedi od in bicicletta per andare a trovare un amico. Stando sdraiati sull'erba e guardando verso l'alto il cielo sembra immenso, ma è una illusione: l'aria respirabile ha uno spessore solo di 6km e l'intera atmosfera solo di qualche decina.
L'aria è poca!
L'umanità è condizionata a vivere ed a spostarsi su di una relativamente sottile superficie e non è normalmente consapevole dello spessore e densità dell'aria, ma un pilota di linea sa bene cosa succede se a velocità di crociera, ha soli 10km di altezza, si apre un portellone del velivolo.
Per questo sento un pugno nello stomaco ogni volta che vedo una ciminiera fumante, ma purtroppo per la maggior parte degli organismi della mia specie il Cielo è così grande che provvederà e rimedierà a tutto.
L'ossigeno dell'aria, così come le piante che lo producono, non sono sempre esistiti. 3,5 miliardi di anni fa la vita era confinata nelle profondità marine e le terre emerse erano sterili a causa della radiazione ultravioletta dei raggi solari, letali per la vita. Poi si svilupparono gli organismi foto sintetici, le prime piante, che cominciarono a produrre ossigeno. Ci volle un miliardo di anni perché questo ossigeno saturasse gli oceani (dopo aver ossidato tutto il ferro presente nelle acque) e cominciasse a diffondersi all'esterno: si creò così uno strato di ozono, nella parte superiore dell'atmosfera, che bloccò i raggi ultravioletti. Quando ciò accadde, grazie a questo velo protettivo, la vita cominciò a diffondersi prima sulle coste e poi sulla terraferma.
Quest'anno nel micro mondo dove personalmente vivo, l'Italia, abbiamo avuto una estate insolitamente fredda. Questo ha fatto pensare alla maggior parte delle persone che la storia del riscaldamento globale e del buco nell'ozono sia solo una b. Ma riscaldamento globale non significa più caldo sempre e dovunque e la Natura non ama muoversi linearmente, come la semplice mente della maggior parte delle persone, così prese dalle loro attività quotidiane.
La Natura si muove per oscillazioni.
Vorrei fare una petizione per cambiare lo status della mia specie: vorrei declassarlo da Homo Sapiens ad Homo Habilis. Abile lo è di sicuro, saggio o sapiente sicuramente no: Ci sono voluti miliardi di anni per generare lo strato di ossigeno ionizzato, che chiamiamo ozono e che preserva la vita, ed ora c'è lo stiamo giocando a dadi in qualche generazione! Penso che un obiettivo più realistico sia quello di perseguire lo status di Homo Poeticus: un uomo che sappia almeno meravigliarsi e che consideri sacro, per principio, anche ciò che non vede o non percepisce.
Ma è veramente necessario tutto questo allarmismo? In fondo, male che vada, può sempre venire Dio a salvarci. Il Padre paziente ed amorevole che rimedia alla stoltezza dei propri figli: la Creazione è una sua opera e lui saprà come rimediare. Peccato che proprio il Dio che dovrebbe farlo ci ha ricordato che, con chi riceve in custodia una vigna e si comporta poi da padrone egoista, non ci sarà pietà: la vigna gli verrà tolta e sarà data ad altri più meritevoli.
Che siano gli insetti od i ratti i prossimi gestori della vigna?

Dante Basili