SCUOLA TIANDIHE

Arti Marziali, Musica e Meditazione

EGO ECO

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Il passaggio da una visione gerarchica, lineare e "appuntita" ad una visione d'insieme, circolare ed "accogliente" è indispensabile per la nascita di una nuova umanità. Fra amici chiamiamo questa specie Homo Umilis, in contrapposizione a Homo Sapiens che è un appellativo decisamente prematuro. La conoscenza, temperata dall'umiltà e dalla poesia, sarà un punto fermo da cui ricominciare Happy
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Ceratium hirundinella





Ceratium hirundinella


Ceratium hirundinella è un microrganismo acquatico che deve il nome al suo nuoto sinuoso ed aggraziato, come il volo di una rondine, una vera e propria armonia per gli occhi.
E’ un organismo unicellulare, cioè composto di una sola cellula ed è invisibile ad occhio nudo.
La struttura solida esterna di cellulosa è corazzata con tre o quattro corni, di cui quello apicale molto allungato, come gli altri Dinoflagelalti ha un solco centrale dove vibra il flagello più corto, il secondo flagello, molto lungo (a destra in basso appena percettibile nella foto) fuoriesce invece dalla corazza ed è quello che gli permette il nuoto.
Ceratium hirundinella è sia vegetale che animale: ha dei cromatofori giallo marroni che gli permettono la fotosintesi, cioè di ottenere energia direttamente dalla luce e può anche predare altri organismi emettendo propaggini di plasma che fuoriescono dai pori delle placche che compongono la corazza. Con uno pseudopodo, come quello di un’ameba, può inglobare grossi oggetti attraverso il solco centrale.
Non solo può cogliere il meglio dei due regni, quello vegetale e quello animale, ma può anche scegliere se replicarsi per via sessuale o per semplice divisione cellulare, asessuata.
Grande versatilità ed adattabilità di una sola cellula, di un organismo che esiste su questa Terra molto prima della comparsa dell’uomo.
L’esemplare della foto l’ho trovato in un laghetto vicino alla mia abitazione, ai piedi di un vecchio bosco, un laghetto pieno di diversità biologica, sia macroscopica, dai rettili agli anfibi alle libellule e, naturalmente, ricco anche di diversità microscopica.
La salute di un ecosistema si misura con questa “diversità”: più sono presenti solo poche specie, magari invasive, più l’ecosistema è malato e prossimo al collasso.
Un principio che sarebbe da applicare non solo in biologia.

Dante Basili
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